Apposizione dei fiori e omaggio alla lapide, 22 aprile 2023, 78° anniversario della Liberazione

Introduzione

La sera del 21 aprile 1945, due militari tedeschi si allontanano dal loro gruppo, accampato lungo la strada principale e raggiungono il Podere Dardi sulla via provinciale di Galliera. Minacciano con le armi i famigliari Dardi e requisiscono viveri e una bicicletta. Nello scontro che segue per impedire la razzia, uno dei due soldati rimane ucciso, ma l’altro riesce a fuggire avvertendo il resto del battaglione che si muove immediatamente verso casa Dardi per compiere un rastrellamento e vendicarsi. Donne, bambini e uomini vengono allineati contro il muro della casa e fucilati sull’aia. I loro nomi sono: Luigi Benfenati (71 anni), la moglie Clementa Tugnoli (64) e i loro due figli Adele (35) e Armando (39); la piccola Aurora Battaglia di nove anni e sua madre Maria Dardi (37); Iolanda Gruppioni (18) e la madre Luigia Silvagni (44).
Nell’eccidio si salvarono perché protetti dai corpi dei caduti Amedea Tartarini e il piccolo Luciano Battaglia di quattro anni, fratello di Aurora.

Dall’archivio storico del Comune di San Giorgio di Piano è stato recentemente trovato questo documento in cui vengono sollecitate misure di sostegno per la signora Amedea Tartarini rimasta gravemente ferita.

Illustrissimo Sindaco 25 luglio 1945
Spero mi perdoni la libertà che mi prendo, ma vorrei attirare il vostro interessamento su un caso veramente pietoso.
Credevo si potesse aiutare questa povera donna da Bologna, ma mi hanno detto che ci deve pensare il comune.
Vengo al fatto e mi rivolgo a lei: si tratta della Gamberini Amedea vedova Benfenati, è una disgrazia in piedi, le hanno ammazzato il marito e ferita lei l’ultima notte il famoso eccidio Dardi lei ricorderà certamente, dalle sue ferite le è rimasta una mano quasi inservibile e la mente totalmente annebbiata. Non può assolutamente quasi lavorare , ha ricevuto 10.000 £ e stop.
Credo le spettano pure la […bandiera?] vero?
Spero molto vorrà prendersi a cuore questa miseria.
L’ho cercato e non l’ho trovato e devo ripartire per Bologna questa sera e le ho scritto questi appunti.
Spero si ricorderà di me, sono l’amica di Mazzoni Orlando e nipote della direttrice della colonia di Cinquanta, Mazzoni mi conosce bene ma non mi aiuta, in attesa piena di speranza rispettosamente ossequi.
De Esposti Iole

Un certificato medico del dottor Raffaele Beretta attesta poi che la ferita d’arma da fuoco al braccio destro, avvenuta durante la ritirata delle truppe tedesche il 21 aprile 1945, ha causato una paralisi a carattere permanente per cui risulta inabile al lavoro.
Un’annotazione del Sindaco Felice Vecchietti a margine del foglio attesta, infine, il suo interessamento.

Gli epitaffi

Nella prima metà del Novecento sulle lapidi cimiteriali spesso venivano annotate le caratteristiche del defunto, il motivo della morte e il dolore dei parenti. Secondo la normativa del tempo il testo dell’epigrafe veniva sottoposto, con domanda in carta da bollo, all’amministrazione comunale che ne concedeva il relativo permesso.

Si elencano qui di seguito i testi per gli epitaffi che vennero sottoposti all’amministrazione relativi ai caduti nell’eccidio di Casa Dardi.

  • Dardi Romeo il 9 agosto 1945 chiede di poter collocare una lapide al cimitero con la seguente epigrafe:
    Qui giace la piccola Aurora Battaglia di anni 10 barbaramente assassinata dalla ferocia tedesca la notte del fatidico 21 aprile 1945 in S. Giorgio di Piano unitamente alla mamma sua. I tuoi congiunti tutti nello strazio di tanta sciagura qui ti posero con infinito amore”.
  • Cocchi Duilio il 4 giugno 1945 chiede di poter collocare le seguenti lapidi al cimitero del capoluogo sulla tomba di Armando Benfenati:
    Qui riposa Armando Benfenati di anni 40 barbaramente trucidato dalla soldataglia tedesca la notte del 21 aprile 1945.
    La moglie Amedea Tartarini, le sorelle, i cognati dolenti posero”.
  • Sulla tomba di Adele Benfenati:
    Qui riposa Adele Benfenati di anni 36 barbaramente trucidata dalla soldataglia tedesca la notte del 21 aprile 1945.
    Le sorelle e i cognati dolenti posero”.
  • Sulla tomba di Luigi Benfenati:
    Qui riposa Luigi Benfenati di anni 72 barbaramente trucidato dalla soldataglia tedesca la notte del 21 aprile 1945.
    I congiunti desolati a perenne ricordo posero”.
  • Sulla tomba di Clementa Tugnoli:
    Qui riposa Clementa Tugnoli in Benfenati di anni 65 barbaramente trucidata dalla soldataglia tedesca la notte del 21 aprile 1945. I congiunti desolati a perenne ricordo posero”.
  • Gruppioni Alfredo il 19 luglio 1945 chiede il permesso per poter collocare una lapide di marmo nel cimitero del capoluogo sulla tomba della propria moglie con la seguente epigrafe:
    Qui aspetta fidente la resurrezione Luigia Silvagni in Gruppioni di anni 44 barbaramente soppressa unitamente alla figlia Iolanda dalla crudele soldataglia teutonica il giorno 21 aprile MCMXLV. Dolentissimi il marito, il figlio, le figlie e i parenti a perenne memoria”.
  • Gruppioni Alfredo il 19 luglio 1945 chiede il permesso per poter collocare una lapide di marmo nel cimitero del capoluogo sulla tomba della propria figlia con la seguente epigrafe:
    Qui riposano i resti mortali di Iolanda Gruppioni d’anni 19 innocente della diabolica crudeltà della soldataglia tedesca che volle sopprimerla unitamente alla di lei madre Luigia Silvagni il giorno 21 aprile MCMXLV. Col cuore affranto il babbo, il fratello, le sorelle e i parenti”.
  • Dardi Romeo il 14 agosto 1945 fa domanda di poter collocare una lapide al cimitero con la seguente epigrafe:
    Ad imperitura memoria di Maria Dardi in Battaglia di anni 37 crudelmente soppressa dalla perfidia teutonica la notte del fatidico 21 aprile 1945 in San Giorgio di Piano unitamente alla figlia Aurora. I tuoi congiunti qui ti posero con immenso affetto”.