Cesarina Gruppioni con una scolaresca in visita al Museo Cervi di Gattatico, 2004.

 

di Anna Fini

 

Cesarina nasce a Bentivoglio nel 1924, in una famiglia composta dal padre, che lavora presso un contadino della zona, la madre, due sorelle minori e un fratello. Insieme si trasferiscono dalla casa dei nonni alla nuova abitazione di San Giorgio di Piano, dove Cesarina frequenta le scuole e trascorre l’infanzia, mentre la madre coltiva i campi e il padre fa il falegname.

Come avveniva di frequente in quegli anni, Cesarina inizia molto presto a lavorare: a tredici anni è già in risaia e l’anno dopo fa la canapina (riso e canapa erano due produzioni agricole allora molto diffuse nelle nostre campagne). L’interesse per l’attività politica non è innato in Cesarina, che infatti vi si avvicina dopo aver conosciuto la storia di un vicino di casa, ricercato dai fascisti e dai carabinieri locali per essere un attivo antifascista. Avvicinata da un conoscente che le chiede di entrare nella schiera di coloro che cercano di lottare contro il fascismo, diviene parte del movimento partigiano come staffetta: con la sua bicicletta trasporta biglietti, comunicazioni, volantini di propaganda e medicinali, con il nome di battaglia di “Lola”, inquadrata nel battaglione Tampellini della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo”. Cesarina è più volte fermata e interrogata di fascisti, senza mai tradirsi né rivelare i nomi dei compagni di lotta.

All’impegno nella lotta partigiana si aggiunge quello sindacale, dal marzo del 1945, quando gli scioperi per la mancanza dei generi alimentari e del pane, dopo avere interessato molti Comuni vicini, vengono indetti anche San Giorgio, precedentemente meno coinvolta da tali rivendicazioni, a causa di una forte presenza fascista. A Cesarina viene chiesto di organizzare le donne che lavorano con lei, per manifestare davanti al Commissario prefettizio per protestare contro le condizioni di fame della popolazione. L’impegno sindacale continua, poi, nelle rivendicazioni salariali, che lei e altre lavoratrici rivolgono al proprietario del canapificio.

Nell’immediata vigilia della Liberazione, un fatto tragico colpisce Cesarina e la sua famiglia. La sera del 21 aprile, mentre i reparti tedeschi sono in fuga e a San Giorgio si verificano scontri e sparatorie, Cesarina riesce a salvarsi sfuggendo ai colpi dei tedeschi, nascondendosi per tutta la notte nei campi e nel fienile. La madre e una sorella, però, rimangono uccise nell’eccidio del podere Dardi, nel quale furono trucidate 8 persone. Dopo la Liberazione, si costruisce una famiglia e continua a impegnarsi nell’associazionismo democratico. Tante sono le associazioni che la vedono impegnata attivamente, sia con ruoli di responsabilità che come semplice volontaria, sempre però in prima linea a impegnarsi per la collettività.

Cesarina è partecipe, nell’immediato dopoguerra, al progetto di accoglienza per ospitare nutrire e curare i bambini provenienti da famiglie napoletane in difficoltà. In un paese stremato dalla guerra, infatti, tanti comuni emiliani si mobilitarono per proteggere i figli di tutti. Dal novembre del 1949, nel nostro Comune si organizza anche l’ospitalità di bambini provenienti dalla montagna del nostro appennino, un appello lanciato dall’Associazione dei Comuni che viene raccolto e divulgato dalla nostra Amministrazione comunale, per accogliere, durante il periodo invernale, nelle famiglie sangiorgesi bambini orfani o provenienti da famiglie in condizioni di povertà.

È attiva nella divulgazione delle tematiche femminili nell’Udi (Unione donne italiane), per incoraggiare il coinvolgimento politico delle donne, l’emancipazione femminile e il raggiungimento della parità dei diritti. Partecipa alla diffusione del settimanale Noi Donne e nell’organizzazione di mostre, di incontri tematici e nelle giornate della donna, con la capacità di far rete con altre associazioni, creando collaborazioni proficue come nella distribuzione della mimosa assieme al sindacato Spi/Cgil. In queste giornate, il suo pensiero va alle donne lavoratrici: porta la mimosa nei luoghi di lavoro, nelle scuole e presso la Casa protetta, sia per le lavoratrici che per le ospiti, per le quali, nei giorni precedenti, organizza anche una squadra di “Donne” che preparano tortellini per tutti. Per la Casa protetta di San Giorgio dedicata a Francesco Ramponi ha una particolare attenzione: oltre alla preparazione dei pranzi in occasione della festa della donna, contribuisce all’organizzazione delle feste che nei vari periodi dell’anno cercano di animare gli ospiti la struttura.

Tra le tante lettere che il presidente della struttura Luigi Crescimbeni le invia per ringraziarla, questa ne è un esempio:
Grazie per la collaborazione e la partecipazione alla festa del 26/02/1989, che è riuscita molto bene grazie agli sforzi di quanti, come Lei, hanno pensato che l’occasione di svago e divertimento sia di grande importanza per gli anziani ricoverati in Casa protetta, che vengono progressivamente isolati dalla vita esterna.

È anche attraverso di lei, per conto dell’Udi e in rete col sindacato Spi/Cgil ed il Centro sociale, che la Casa protetta riceve delle donazioni per l’acquisto di arredi con il ricavato della distribuzione della mimosa e di altre iniziative. Cesarina si impegna nel mondo cooperativo come componente nel Consiglio Soci della Coop Reno, punto di riferimento dei soci iscritti, impegnandosi nelle iniziative a favore dei soci stessi e nell’organizzazione delle gite.

Molte delle sue attività si svolgono nell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi). A livello locale, si impegna nel tesseramento, nell’organizzazione di iniziative, nei contatti interpersonali con le altre associazioni civili e sportive e, in modo particolare, con le ragazze e i ragazzi.
Con le scuole elementari, medie e superiori svolge una grande funzione di testimonianza, per trasmettere la memoria dei valori della lotta di Liberazione agli studenti e alle nuove generazioni. L’Anpi sangiorgese, anche grazie al suo contributo, organizza, in collaborazione con l’amministrazione comunale, viaggi studio sui luoghi significativi, quali Marzabotto, il museo Cervi di Gattattico di Reggio Emilia, al campo di Fossoli di Carpi (Mo) e al lager di Mauthausen in Austria.
Nella relazione degli alunni di V B delle scuole elementari dell’Istituto comprensivo di San Giorgio, nell’anno scolastico 2003/2004, in occasione di una gita studio a Reggio Emilia e alla Casa Museo dei fratelli Cervi, così ci viene descritta:
Con noi c’è l’instancabile Cesarina, rappresentante dell’Anpi, con le sue sporte piene di bibite e di fragrante crescente.

Questa è Cesarina: impegnata nelle grandi tematiche, ma anche pratica organizzatrice attenta a rendere piacevoli i momenti del viaggio d’istruzione.
Il suo impegno nell’Anpi non si svolge solo a San Giorgio, ma viene rivolto anche all’associazione a livello provinciale, dove per anni fa parte del Collegio dei Revisori dei conti, del Comitato provinciale e dove diventa membro della Presidenza onoraria. Il 29 aprile del 2014, Cesarina si spegne, lasciandoci il ricordo dell’impegno, della dignità, della modestia e delle grandi capacità di cui è stata protagonista.