Apposizione dei fiori e omaggio alle lapidi, 22 aprile 2023, 78° anniversario della Liberazione

 

Introduzione

Il nostro percorso inizia da qui, dal Municipio di San Giorgio di Piano.

Come si può vedere, il portico antistante l’entrata del palazzo comunale presenta diverse lapidi commemorative che testimoniano sacrifici, fatti e persone che il paese di San Giorgio di Piano non ha voluto dimenticare, e ha sentito il dovere di consegnarne la memoria ai cittadini contemporanei e futuri.

La prima lastra commemorativa, alla sinistra dell’ingresso al Municipio, è stata proposta dal Comitato di Liberazione Nazionale di San Giorgio di Piano il 26 aprile 1946 e riporta nomi di antifascisti, partigiani e vittime sangiorgesi caduti nella lotta di liberazione dal nazifascismo. Per ognuno di loro c’è una storia: alcuni sono morti negli eccidi di Cavezzzo e di Sabbiuno, altri nel nostro paese presso casa Dardi e in via Cinquanta, alcuni lungo la strada di Argelato, altri nel combattimento alla Scodellara, tanti uccisi all’alba della liberazione. L’iscrizione ricorda anche chi è stato deportato e deceduto in un campo di concentramento.
Molti di loro hanno ricevuto il riconoscimento di “Partigiano”, individuato secondo i criteri stabiliti dal decreto luogotenenziale del 24 agosto 1945 che, considerando la durata e il contributo dato alla lotta di liberazione, definiva tre qualifiche: “Partigiano, Patriota, Benemerito”.
Oltre a questi riconoscimenti, occorre ricordare anche il “Certificato al patriota” o “Brevetto Alexander” attribuito dalle forze armate alleate in Italia dopo la Seconda guerra mondiale.

Le successive lapidi commemorative, la seconda a sinistra e a destra dell’entrata del palazzo comunale, si riferiscono alla Prima guerra mondiale e furono inaugurate il 4 novembre 1919 a un anno dalla fine del conflitto, in una giornata diventata poi Festa nazionale. A sinistra, viene ricordato il bollettino della vittoria del generale Diaz e a destra i luoghi delle battaglie e i 117 militari sangiorgesi morti in quella guerra.

Alle vostre spalle, sempre sotto il porticato del comune, troviamo altre piccole lapidi commemorative che riportano i sangiorgesi caduti nel periodo risorgimentale che portò all’Unità d’Italia: una lastra del 1863 ci ricorda Giuseppe Gamberini morto nell’assedio di Roma nel 1849 all’epoca della Repubblica Romana, e una seconda lapide del 1876 commemora Domenico Marzocchi, morto nella breccia di Porta Pia a Roma nel 1870.
Poco più avanti, al civico 45 di via Libertà, un’altra iscrizione incisa nel 1881 ci ricorda i moti pre-unitari con la memoria di Ivo Pradelli che combatté a Venezia e a Roma per l’Italia unita e morì in carcere ad Ancona nel 1855 (l’incisione è collocata sulla porta della sua casa natale).
Un’ultima lapide, del 1936, rievoca Masina Eliseo e Vignoli Araldo, soldati morti nella conquista dell’impero voluta dal Fascismo. In questa lapide si nota anche una cancellatura, fatta dopo la liberazione del 1945, che volle depennare chi si era arruolato come volontario distinguendolo da coloro che erano stati militari comandati.