Il Casone del partigiano appena ricostruito

8.1 Parco della memoria Casone del Partigiano

Il 25 aprile 2006, in occasione del 61° anniversario della Liberazione, le amministrazioni comunali di Argelato, Baricella, Bentivoglio, Castel Maggiore, Castello d’Argile, Galliera, Granarolo dell’Emilia, Malalbergo, Minerbio, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, insieme all’Anpi, si sono impegnate a costituire e a realizzare il Parco della memoria Casone del Partigiano, che si trova nel territorio di San Pietro in Casale, in località Rubizzano.
Il parco nasce con lo scopo di mantenere viva la memoria della lotta di liberazione partigiana, la Resistenza, di cui questa zona è stata teatro nel periodo 1943-1945, e diffondere quegli ideali di libertà e democrazia che spinsero uomini e donne a rischiare la propria vita per la Liberazione d’Italia e che sono, insieme alla solidarietà e alla coesione sociale, tra i valori fondanti della Costituzione italiana.
A partire dalla memoria e da quegli ideali, il parco intende essere una testimonianza in favore della pace tra le persone e tra i popoli, e uno strumento di diffusione di una cultura di pace, rivolta in modo particolare alle giovani generazioni. L’intera area in cui è inserito il luogo della memoria è, inoltre, al centro di un progetto di salvaguardia, tutela e valorizzazione dell’ambiente naturale, candidando l’intera area a luogo di educazione al rispetto dell’ambiente e della natura. Il 25 aprile 2013 si è tenuta la cerimonia di intitolazione del Parco della memoria Casone del Partigiano al partigiano Alfonsino Saccenti.

8.2 Museo della Memoria

Il 25 aprile 2016 è stata inaugurata la musealizzazione dello storico Casone del Partigiano e dell’attiguo padiglione. Il progetto è stato promosso e condotto dall’Unione Reno Galliera in qualità di capofila, in collaborazione con la storica Cinzia Venturoli e con tutte le associazioni locali legate, da sempre, a questo importante luogo di memoria. All’interno del Casone, cuore e anima dell’intera area, il miglioramento dell’allestimento permette al visitatore di immergersi nell’atmosfera del periodo della Resistenza, con un esempio di storia orale ed emotiva costituita da un materiale narrativo avvincente. Il padiglione racconta la Resistenza attraverso un percorso di documenti, che approfondiscono gli eventi, i luoghi, i personaggi e le tappe salienti che queste terre di pianura hanno vissuto durante il periodo della lotta di Liberazione.

Il racconto del Partigiano della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo”

di Alfonsino Saccenti

Edificato nel periodo fra il 1790 e il 1850 su di un isolotto nel mezzo di una vasta zona paludosa nella valle, il Casone era adibito a rifugio per il guardiano della valle e per i cacciatori. Era costruito con grossi pali di legno coperto di canne e il retro era in mattoni, perché lì si trovava il focolare e il camino. Dal 1900 al 1940, da parte delle popolazioni del luogo e con interventi consistenti, si è bonificata una parte della valle a ridosso delle frazioni di Rubizzano, Gavaseto, Cenacchio e Maccaretolo fino nelle vicinanze del Casone, sistemandola a risaia.
Nel periodo della Seconda guerra mondiale, il Casone aveva già le caratteristiche attuali. Nei giorni dell’insurrezione armata contro i tedeschi e i fascisti, tramite le staffette di collegamento, si ricevette l’ordine di trasferire a Bologna tutti i partigiani, per concorrere validamente alla liberazione della città. Il punto di raccolta dei partigiani, per questo trasferimento, furono la zona del Casone e il “ponte della morte”.
Nei giorni 18, 19, 20 e 21 aprile 1945, al Casone si riunirono il Comando della 2ª Brigata Garibaldi “Paolo” e rappresentanti della 4ª Brigata “Venturoli”.

Il 21 aprile si ebbero i primi violenti scontri con i tedeschi in ritirata, che culminarono nel combattimento di domenica 22 aprile, in tutta la zona che dal Casone va verso San Pietro in Casale, fra Rubizzano e Gavaseto, a ridosso della ferrovia Bologna-Padova. In questi combattimenti persero la vita diversi partigiani di San Pietro in Casale, Galliera, Pieve di Cento, Bentivoglio, San Giorgio di Piano e Malalbergo.
A seguito dei lavori di bonifica e prosciugamento della valle, per cedimenti e assestamenti del terreno, il Casone, già pericolante, crollò. I partigiani della 2ª Brigata “Paolo” hanno deciso di ricostruirlo e lasciarlo come testimonianza alle generazioni future, affinché gli ideali della Resistenza restino vivi nel pensiero e nell’azione quotidiana di tutti i democratici e antifascisti, per la salvaguardia della Pace, della Libertà, della Giustizia sociale.

Testo tratto da materiale informativo dell’Unione Reno-Galliera